22 DOUBLE TWO

domenica 3 giugno 2012

Persempre: il nuovo verbo del lungomare liberato


Lungomareliberato - Foto maionella 2012




Canti e colori, danze e declamazioni: la festa del per sempre si accende col primo vero sole d’estate nel giorno della Repubblica.

Ci racconti il Suo risveglio: cosa ha pensato fiutando le prime voci, percependo i primi passi radiosi…?
«M’ero destato già da un po’, ormai sono abituato alle nuove vibrazioni e l’alba m’è dolce in questo mare. Avevo capito che sarebbe stata una giornata diversa da quel palco e dai fiori, vicino al mio Castello. Sentivo l’aria trepidante d’anime oscillare su di me come un brivido: sensazione indescrivibile»
Cosa ha significato per Lei questa giornata? L’aspettava da tanto…
«Ho perso il conto dei giorni, degli anni, si sa, sono vecchio. Eppure la speranza, quella mai.»
E’ l’inizio di una nuova era?
«Ne ho vissute tante. Ere di luce,  ne ha memoria il mio nome.
Ere di cemento, giorni di cenere, ad occhi chiusi, il fiato corto di veleno, sono ancora sudicio. Ho contato i minuti infetti affacciato alle onde: un paradosso salmastro.
Ho paura che oggi sia solo un sogno…»
 La Sua commozione è assolutamente comprensibile.
«Oggi mi si accostano al cuore mille ombre diverse, ne avverto il calore, l’emozione, la vita. Sento scorrere la vita, per la prima volta, oggi, sono prigioniero della vita.
 E’ per questo che mi sento davvero libero.  Oggi, per la prima volta, sono libero».

La breve dichiarazione del Lungomare, intervistato nell’ora del tramonto in stato confusionale e lucido negli occhi finalmente raggianti, è forse la migliore sintesi del Persempre: si può fare!

Lungomare di Napoli
2 giugno 2012
E’ un’ esplosione di colori e sorrisi, di sguardi incantati, di abbracci, di voci.
Piedi e bici di Napoli scendono in strada per riconquistare il proprio lungomare cingendolo in un abbraccio persempre.
“Vanno migliorati i servizi, ciascuno deve essere messo in condizione di assaporare la Bellezza di un posto simile” – sostiene Partenope.
“Ora che sappiamo cosa si prova non possiamo tornare indietro – aggiunge Francesco C. – sarebbe un sacrilegio”.
Alle 11.00 s'avvia il corteo da piazza Vittoria e una macchia variopinta sventola agli incuriositi passanti il nuovo verbo: persempre.
Passi scanditi dal ritmo persempre,  uno spazio affrancato dalle auto perempre, aria pulita persempre,  una spiaggia di tutti persempre, “baci arcobaleno” senza scandali persempre,  le bici a passeggio persempre, lungomare libero persempre.
“Quando li ho visti arrivare mi si è stretta la gola per l’emozione –confessa Borgo M. – c’era così tanta poesia nei lori volti e nelle parole che intanto recitavano amore dalla piazzetta che il mio cuore sembrava voler cedere! ”.
Una sosta nel cuore di Castel dell’Ovo, l’incontro con gli altri colori, l’arrivo dei ciclisti e i loro trofei rivolti al cielo: il corteo si ferma nella brezza dei sapori di una Terra stupenda e c’è chi, poi,  riprende il suo cammino. Cambia lo scenario, il messaggio è lo stesso: persempre.
“Davanti a me, tra i palloncini del palco, occhi innamorati cantavano passione. Non riuscirò mai a dimenticarli. Non li avevo mai visti così vividi. Sembrava che il persempre soffiasse nelle parole rendendole libere” – testimonia Colonna S.
“Ho visto dei bimbi folleggiare col mare e poi danzare, dopo i tangheri, con lo stesso ardore! E’ l’effetto del persempre” – asserisce convinta Vittoria.

Il lungomare è passi e ruote di biciclette fino a tardi. Del corteo sono rimaste le voci mentre s’accendono le stelle e si svuota l’aria che, ancora, racconta.
Per capire davvero bisogna aspettare il momento giusto quando a parlare sono i veri protagonisti.

Ripetono: persempre.



Foto Il Mattino


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